CS 01.03.2024 – “Giù le mani dalla Cassa Ragionieri”

COMUNICATO STAMPA

 “Giù le mani dalla Cassa Ragionieri”

ROMA 1 marzo 2024 – “È sorprendente osservare come alcuni si affannino a inventare la presenza di lupi dove non ne esistono, autoconvincendosi di ergersi a difensori di un gregge che, in realtà, non corre alcun pericolo. Dimenticano che il numero di pecore sacrificate dai pastori supera di gran lunga quelle predate dai lupi.

È altrettanto sorprendente notare come, all’avvicinarsi di qualsiasi confronto elettorale nella nostra categoria, qualcuno inizi a far aleggiare lo spettro della fusione delle due Casse, un’ipotesi sempre smentita dai diretti interessati.

Poi, incredibilmente, per anni, nessuno ne parla più, fino alla successiva scadenza elettorale.

 L’ANC, da sempre, si pone come obiettivo la tutela degli Iscritti, di tutti i Colleghi iscritti al nostro Albo e per quanto le compete, tra le tante altre cose, verifica anche la solidità di entrambe le Casse che risultano ambedue in perfetto stato di salute e senza alcun problema di stabilità.

Per questo ci ha molto sorpreso leggere che per qualcuno così non è.

Se è comprensibile che chi non appartiene al settore economico ponga legittimamente delle domande (trattandosi di interrogativi e non di proposte), meno comprensibili risultano le esternazioni di chi, evidentemente senza approfondire i fatti, solleva dubbi sulla stabilità di Cassa Ragionieri”.

Lo afferma Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti, commentando le reazioni diffuse dopo la pubblicazione di un’interrogazione parlamentare sulle Casse previdenziali.

“I pastori, evidentemente, ignorano che la CNPR redige il bilancio tecnico ogni 12 mesi, anziché su base triennale, permettendo così un controllo gestionale stretto e continuo.

Non sono mai stati sollevati dubbi o segnali di allarme dai ‘vigilanti’ – Ministero del Welfare, Covip, Corte dei Conti – i quali, tuttavia, hanno sempre doverosamente raccomandato una gestione oculata delle spese per confermare, anno dopo anno, la stabilità futura.

Eppure – aggiunge Cuchel -, sarebbe bastato consultare l’ultimo bilancio tecnico (disponibile per il download sul sito della CNPR) per constatare che, nei prossimi 50 anni, il patrimonio della Cassa non scenderà mai al di sotto di un miliardo e  600 milioni di euro, per poi risalire costantemente, grazie al fatto che l’ente, più di 20 anni fa, è stato tra i primi ad adottare il sistema contributivo.

Alla luce di queste riflessioni, appare chiaro che Cassa Ragionieri è l’antitesi del lupo che alcuni, ciclicamente, si ostinano a dipingere come minaccia. Le vere minacce non provengono dai fantasmi evocati da narrazioni mirate, ma piuttosto dalla diffusione di informazioni non verificate”, conclude il numero uno di ANC “tese esclusivamente a creare strumentali ulteriori divisioni nella Categoria, cosa che ANC cerca sempre di evitare, essendo la sua missione la tutela di tutti i Colleghi, fino all’ultimo dei 120 mila iscritti”.

ANC Comunicazione

CS 01.03.2024 Casse previdenza.docx

 

CS ANC 20.02.2024 – RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ: DA OPPORTUNITÀ A PERCORSO A OSTACOLI PER I COMMERCIALISTI

COMUNICATO STAMPA

 RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ: DA OPPORTUNITÀ A PERCORSO A OSTACOLI PER I COMMERCIALISTI

Roma, 20 febbraio 2024

Lo schema di decreto di recepimento della direttiva (UE) 2022/2464 Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), sugli obblighi di rendicontazione societaria di sostenibilità, ora in consultazione pubblica sul sito del MEF, stabilisce, tra le altre cose, i requisiti necessari per la relativa attività di attestazione di conformità. I soggetti incaricati dalle imprese potranno essere (se lo schema non subirà variazioni) un revisore legale o un’impresa di revisione contabile. Saranno quindi esclusi da questa funzione i commercialisti che sono iscritti all’Albo, ma non al Registro dei revisori legali. Inoltre, lo schema di decreto prevede per gli incaricati alla rendicontazione l’obbligo di abilitazione, attraverso un esame scritto e orale, un tirocinio di otto mesi da svolgersi presso un revisore legale o una società di revisione che siano titolari di attestazioni della conformità della relazione di sostenibilità, il conseguimento di 25 crediti formativi e l’essere soggetti a controllo di qualità almeno ogni sei anni.

“Assistiamo, ancora una volta” dichiara il Presidente Marco Cuchel “alla costruzione di nuovi limiti e nuovi ostacoli allo svolgimento della nostra professione.  Non vediamo per quale motivo i colleghi che fino a questo momento, essendo revisori, avevano tutti i requisiti per redigere l’informativa non finanziaria, si troveranno improvvisamente privi di quelle prerogative professionali che la Legge attribuisce loro. Si va verso la paradossale situazione per la quale, per svolgere quanto il nostro ordinamento già prevede e su cui avrebbero tutte le competenze necessarie, i colleghi si debbano abilitare e andare a comporre un ennesimo elenco, che si va ad aggiungere ai numerosi già esistenti per attività che già sono noverate nel patrimonio professionale dei commercialisti”.

Resta inoltre da chiarire, relativamente al previsto tirocinio, dove questo potrà essere svolto nella prima tornata di abilitazioni, giacché la norma prevede che il dominus sia un soggetto già abilitato alla revisione della sostenibilità”.

“ANC” conclude il presidente “presenterà al Mef tutte le osservazioni e le proposte di modifica affinché il testo venga rivisto e siano eliminate quelle che non fatichiamo a definire discriminazioni nei confronti dei colleghi. Auspichiamo di sentire anche altre voci che si levino assieme alla nostra. A questo proposito, vale la pena ricordare il convegno nazionale “Il valore della sostenibilità” che il nostro Consiglio Nazionale ha organizzato, proprio su questo tema, a Bologna nell’ottobre del 2022. In quella occasione si è parlato di una grande opportunità per tutti i 120.000 iscritti. Ci attendiamo, pertanto, che a quanto prefigurato allora dai nostri vertici istituzionali segua una concreta azione affinché nessuno dei nostri colleghi rimanga escluso”.

Nell’eventualità in cui lo schema non subisse le modifiche per cui ci batteremo, come faremo a spiegare ai nostri 120.000 colleghi che un altro segmento delle loro legittime prerogative è stato scippato via?

ANC Comunicazione

CS 20.02.2024_Attestazione_CRSD

 

Comunicato congiunto ANC – CONFIMI INDUSTRIA 20.02.2024

ANC – CONFIMI INDUSTRIA

 Nota stampa congiunta

TERMINI VERSAMENO SALDO IVA 2023 DA CHIARIRE E SUGGERIMENTI PER UNA COMPLIANCE PIU’ EFFICACE NELLA GESTIONE DEGLI ACQUISTI DA NON RESIDENTI

Le osservazioni e le richieste inviate al Viceministro Leo

 

Roma, 20 febbraio 2024. Si avvicina la scadenza per il versamento del saldo Iva 2023 e gli operatori necessitano di comprendere se i soggetti in area da concordato preventivo biennale (soggetti ISA comunque con ricavi/compensi non superiori a € 5.164.000) potranno effettivamente confidare sul differimento a fine luglio, “senza maggiorazioni”, del versamento ordinariamente in scadenza il prossimo 18 marzo.

Questa la richiesta di chiarimento presentata al Viceministro Maurizio Leo da ANC e Confimi Industria a fronte dei dubbi che stanno emergendo fra gli operatori – in piena campagna a chiusura della dichiarazione Iva annuale – considerato il differimento (letteralmente) previsto dall’articolo 37 dello schema di decreto legislativo sul concordato preventivo biennale (AG 105/2023); differimento che, a differenza dei versamenti per redditi e Irap, appare una generosa “stranezza” poco giustificabile per l’Iva (che non è interessata dal concordato), tanto più se si considera l’annunciato slittamento al 15 ottobre dei termini per l’adesione.

Senza nulla togliere alle semplificazioni già ufficializzate con il D.Lgs 1/2024, sono state portate all’attenzione del Viceministro una serie richieste mirate a valutare possibili accorgimenti in grado di eliminare alcuni paradossi e mettere a terra ulteriori semplificazioni avvertibili dalla massa degli operatori, tanto negli studi, quanto nelle aziende.

Le nostre proposte, sottolinea Marco Cuchel, “non intendono osteggiare l’azione dell’Amministrazione finanziaria ma, con spirito costruttivo, mirano ad individuare tempistiche operativamente gestibili in grado di aumentare la compliance complessiva, nell’interesse del sistema Paese”.

E di rendere quantomeno gestibili gli adempimenti fiscali domestici c’è estremo bisogno, fa eco Flavio Lorenzin, Vicepresidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione e ai rapporti con la PA che aggiunge “è noto a tutti quale sia stato l’appesantimento del processo con cui il fisco ha continuamente aggiunto adempimenti negli ultimi 15 anni e tutto ciò risulta costantemente aggravato da nuove incombenze di origine unionale – anche estranee alla materia fiscale – che, ancorché formalmente rivolte alle imprese più strutturate, finiscono comunque per trascinare, in quanto fornitori dei grandi, anche i più piccoli” (bilanci ESG, wistleblowing, normativa CBAM, adeguati assetti organizzativi, conferma annuale del titolare effettivo, ecc.).

Le principali proposte.

  • Introdurre un termine quantomeno trimestrale (anche con maggiorazione dell’1%) per il versamento dell’Iva sugli acquisti in reverse charge di forfetari e minimi e rendere così gestibile l’adempimento.
  • Incentivare l’invio dei flussi TD17, TD18 e TD19 precisando che eventuali ritardi rappresentano violazioni meramente formali, in mancanza di accessi, ispezioni o verifiche, se effettuati entro il termine utile per garantire la tempestiva acquisizione dei dati da parte dell’Agenzia delle entrate per la gestione delle precompilate Iva (fine mese successivo al trimestre di riferimento) e fermo restando il tempestivo concorso alla liquidazione di riferimento.
  • Eliminare le sanzioni (€ 250-10.000) in capo al cessionario residente nel caso di trasmissione del TD28 (e abilitare l’uso dell’IdFiscale con codice ISO IT del fornitore) per segnalare l’irrituale addebito dell’Iva da parte del fornitore non residente (diverso da San Marino) identificato o con rappresentante fiscale; diversamente, il cessionario, cosciente del rischio di poter subire paradossali sanzioni per violazioni non proprie, preferirà applicare il reverse charge (come prevede l’articolo 17 comma 2 del dPR 633/2) e comunicare pertanto l’acquisto con il TD19 (l’Agenzia perderà così l’occasione di vedersi confezionare la lista precisa dei non residenti che, nel B2B, fatturano erroneamente con l’addebito dell’Iva).
  • Soglia (elevata a € 100 con l’art. 9 del D.Lgs 1/2024) che determina lo slittamento con quella del periodo successivo del versamento dell’Iva periodica (e delle ritenute di lavoro autonomo e provvigioni). Opportuno chiarire che si tratta di una facoltà e non di un obbligo, anche per evitare incomprensioni che potrebbero generare paradossali lettere di compliance.
  • Eliminare (art. 3 DM 55/2022) l’obbligo di conferma annuale dell’invarianza del titolare effettivo (già un paradosso nei termini) o, quantomeno, chiarire che detta conferma può avvenire entro 30 giorni dal termine di approvazione del bilancio a prescindere dal rispetto dei 12 mesi rispetto dalla comunicazione precedente.

 ANC Comunicazione

Ufficio stampa Confimi Industria

 In allegato le osservazioni e proposte inviate al Viceministro Leo.

2024-02-20_ANC-Confimi Comunicato Congiunto

2024-02-ANC-Confimi-allegato-proposte

 

CS ANC 16.02.2024 – IL SITO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE NON FUNZIONA, RALLENTAMENTI E BLOCCHI, TANTE LE DIFFICOLTÀ PER CONTRIBUENTI E INTERMEDIARI

COMUNICATO STAMPA

IL SITO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE NON FUNZIONA

RALLENTAMENTI E BLOCCHI, TANTE LE DIFFICOLTÀ PER CONTRIBUENTI E INTERMEDIARI

Roma, 16 febbraio 2024

È almeno da mercoledì 14 febbraio che si registrano problemi nel funzionamento del portale dell’Agenzia delle Entrate, le tante segnalazioni che arrivano all’Associazione Nazionale Commercialisti da parte di professionisti lamentano difficoltà nell’accesso a molti dei servizi online, pesanti rallentamenti e continui blocchi, che di fatto rendono estremamente complicato riuscire a portare a termine le operazioni da parte degli utenti.

“Questi disservizi – sottolinea Marco Cuchel Presidente dell’ANC – si verificano, come se non bastasse, proprio in prossimità sia delle scadenze ordinarie di pagamento, sia della presentazione della dichiarazione iva a cui sono tenuti i contribuenti entro fine mese (eliminando così l’invio   della liquidazione periodica del IV trimestre), per loro gli intermediari sono impossibilitati ad accedere ai cassetti fiscali e se riescono a farlo è solo dopo svariati ed estenuanti tentativi sul portale”.

Su questo ennesimo disservizio nessuna nota da parte dell’Agenzia delle Entrate e neppure da parte della società Sogei “è come se” spiega il Presidente Cuchel “il problema per loro non esistesse così come le segnalazioni che da ogni parte d’Italia la nostra Associazione continua a ricevere”.

“Purtroppo” prosegue Cuchel “quello che accade in questi giorni è solo l’ultimo episodio di una lunga serie e non vogliamo credere che Agenzia delle Entrate e Sogei possano ritenere normale, e quindi tollerabile, una situazione che evidentemente normale non può essere se è fonte di disagi per contribuenti e professionisti.

Se digitalizzazione, intelligenza artificiale, interconnessione telematica di banche dati devono rappresentare veramente il futuro e non essere solo parole vuote, allora i disservizi di questi giorni non possono essere ignorati e neppure minimizzati, pertanto ANC ritiene doveroso che Agenzia delle Entrate e Sogei si attivino rapidamente per ripristinare la piena operatività del sistema.   

 ANC Comunicazione

CS 16.02.2024_Sito Agenzia Entrate

 

CS ANC 08.02.2024 – Nuova sentenza in favore delle riserve. Bene, ma ora è urgente l’intervento del Legislatore

Comunicato stampa

 Nuova sentenza in favore delle riserve. Bene, ma ora è urgente l’intervento del Legislatore

Roma, 8 febbraio 2024

Nella sentenza della Corte di Cassazione di ieri 7 febbraio 2024 n. 3495, il Giudice di legittimità ribadisce che le attività di tenuta della contabilità, di elaborazione delle dichiarazioni fiscali e delle buste paga sono esercizi riservati alle professioni ordinistiche.

“Questa nuova sentenza” dichiara il Presidente ANC Marco Cuchel “si va ad aggiungere ad una già folta giurisprudenza, civile e penale, che arriva anche a pronunciamenti della Cassazione a Sezioni Unite, che in questi anni ha dato ragione a quanto l’ANC va ribadendo in tutte le sedi istituzionali interessate, e cioè che le attività elencate nel Decreto 139/2005 sono attività, sebbene non esclusive, riservate agli iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili. Questa riserva senza esclusiva ha generato una sovrapposizione di attività svolte da soggetti non appartenenti all’ordine, i quali operano in un perimetro di carenza normativa che puntualmente viene evidenziato nei vari giudizi.

La Legge 4/2013 non ha aiutato a fare chiarezza, poiché, nata con l’intento di fare ordine tra alcune attività del lavoro autonomo emergenti e non disciplinate in ordini, è stata da taluni travisata e strumentalmente interpretata come legge che potesse regolare anche attività  sovrapponibili con quelle esercitate dagli iscritti agli ordini. L’Associazione Nazionale Commercialisti, oramai da almeno quindici anni, porta avanti interlocuzioni a tutti i livelli istituzionali, Parlamento e i diversi Governi che si sono succeduti, finalizzate ad accendere un faro su quello che rischia di essere il più grande malinteso sulle attività professionali ordinistiche e non ordinistiche”.

Un intervento del Legislatore, a questo punto” prosegue Cuchel, “si delinea come estremamente urgente. In mancanza di norme chiare e definitive sul chi può fare cosa, lo scenario che si prospetta è quello di un proliferare di cause civili e penali per esercizio abusivo della professione e il conseguente ingolfamento delle sedi giudiziarie. È giunto il momento, nell’interesse dei soggetti coinvolti, come della collettività, che la politica, una volta per tutte, prenda coscienza e si faccia carico del problema della regolamentazione e della definizione di coloro che possono svolgere attività delicate come quelle connesse alla materia fiscale, materia strategica per il Paese, che richiede competenze e tutele che solo l’appartenenza ad un ordine professionale può garantire”.

 ANC Comunicazione

CS 08.02.2024_Sentenza Cassazione

 

CS CONGIUNTO 06.02.2024 | CONSIGLIO DI STATO SUL VISTO DI CONFORMITÀ AI TRIBUTARISTI, SVILITO IL RUOLO DI TUTELA DELLA FEDE PUBBLICA DELLE PROFESSIONI ORDINISTICHE 

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

CONSIGLIO DI STATO SUL VISTO DI CONFORMITÀ AI TRIBUTARISTI

SVILITO IL RUOLO DI TUTELA DELLA FEDE PUBBLICA DELLE PROFESSIONI ORDINISTICHE 

Roma, 6 febbraio 2024

Nel giudizio di appello relativo al ricorso proposto da una associazione di tributaristi, con cui la stessa ha contestato il rifiuto, da parte dell’Agenzia delle Entrate, di concedere l’abilitazione al rilascio del visto di conformità ad un tributarista, il Consiglio di Stato, con ordinanza 995 del 31 gennaio 2024,  ha dichiarato “rilevanti e non manifestatamente infondate in relazione agli artt. 3, 41 e 117 comma 1 della Costituzione, le questioni di legittimità costituzione dell’art 35 comma 3 decreto legislativo 9 luglio 1997 n. 241 nei sensi di cui in motivazione. Sospende il giudizio in corso e ordina l’immediata trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale”.

Secondo il Consiglio di Stato, in relazione alla disposizione prevista dal comma 3 dell’articolo 35 del dlgs 241/1997, che dispone che il visto di conformità è rilasciato dai «soggetti indicati dalle lettere a) e b) del comma 3 dell’articolo 3 del dpr 322/1998» – tra cui, come noto, non sono ricompresi i tributaristi – si porrebbe una violazione dei principi costituzionali di non discriminazione, ragionevolezza e libertà di iniziativa economica, e costituirebbe una restrizione non giustificabile alla luce della L. 4/2013.

Le associazioni nazionali di categoria non possono condividere un simile orientamento e ritengono non sia giustificabile una previsione normativa che regolamenta un adempimento così delicato quale l’apposizione del visto di conformità, adempimento riservato ai soli soggetti professionali, tra i quali i commercialisti e gli esperti contabili, i cui requisiti costituiscono garanzia per la collettività.

La garanzia è assicurata dal superamento dell’esame di abilitazione, peraltro indispensabile per accedere alla professione secondo quanto previsto dall’art. 33 della Costituzione, dall’assolvimento degli obblighi di formazione continua, dall’assoggettamento al codice deontologico, dal rispetto della normativa antiriciclaggio e dei  connessi obblighi di segnalazione delle operazioni sospette, dalla vigilanza che l’ordine esercita sui propri iscritti e da quella che, a sua volta, il Ministero della Giustizia esercita sugli ordini territoriali oltre che sul Consiglio Nazionale.

È discutibile che, in un contesto che impone crescenti e spesso ingiustificati obblighi di specializzazione alla professione del commercialista, ci siano pronunce che sviliscono la funzione di garanzia della fede pubblica, che è propria delle professioni ordinistiche.

Non è solo per una garanzia del cittadino-contribuente ma è anche per la suprema certezza dello Stato al quale dovrebbe interessare che ad apporre il visto sia un commercialista. Questo proprio perché è lo stesso Stato che impone al professionista ordinistico una serie di obblighi, la cui origine sta proprio nella sua funzione di garanzia, medesimo ragionamento per cui si ritiene naturale che solo un farmacista possa dispensare farmaci.

Le associazioni auspicano, pertanto, che sia riservata una maggiore attenzione all’argomento e che la Corte Costituzionale possa valutare di pronunciarsi sull’importanza della fede pubblica e del ruolo di tutela della stessa che appartiene ai professionisti ordinistici.

 ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNAGRACO – SIC – UNGDCEC – UNICO Comunicazione

CS congiunto 06.02.2024 Visto conformità

 

 

CS 23.01.2024 – CONVEGNO NAZIONALE ROMA 24.01.2024

 

COMUNICATO STAMPA

 CONVEGNO NAZIONALE ANC IL 24 GENNAIO A ROMA

FISCO 2024 novità, aspettative e zone d’ombra

 Roma, 23 gennaio 2024

Prima tappa del nuovo calendario degli appuntamenti dell’Associazione Nazionale Commercialisti è il convegno organizzato insieme all’ANC Roma che si svolge domani, mercoledì 24 gennaio, presso il Centro Congressi Roma Eventi Fontana di Trevi in Piazza della Pilotta 4 dal titolo FISCO 2024 novità, aspettative e zone d’ombra. 

 Particolarmente fitto il programma dei lavori, articolato in due tavole rotonde rispettivamente sul nuovo fisco e sul ruolo della categoria, e da tre relazioni tecniche.

Come sempre, protagoniste del dibattito la politica, le professioni e le istituzioni, con la partecipazione di autorevoli rappresentanti.

All’evento, tra gli altri, interverrà anche il Viceministro MEF Maurizio Leo, che insieme al Presidente ANC Marco Cuchel, sarà protagonista di un confronto moderato dal giornalista Giuseppe De Filippi.

“Al centro di questo primo appuntamento del nuovo anno” afferma Marco Cuchel Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti “non poteva certamente mancare la riforma del fisco, i cui contenuti sono destinati evidentemente ad incidere sul lavoro dei commercialisti e ci auguriamo” conclude Cuchel, “che il nostro convegno sia l’occasione per approfondire e confrontarsi sui tanti aspetti di questa riforma”.

Il Convegno, la cui partecipazione è gratuita, è valido per la formazione professionale continua per gli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Sarà possibile seguire la diretta streaming dell’evento collegandosi al link

https://youtube.com/live/n-4Cc9UgQxI?feature=share (la modalità streaming NON è valida ai fini del conseguimento dei crediti formativi).

 ANC Comunicazione

CS 23.01.2024_Convegno Nazionale Roma

Roma 24.01.2024_Programma

 

 

Comunicato Stampa ANC 11.01.2024 – Cuchel (commercialisti) Modifiche migliorative al calendario fiscale “Sono state recepite le proposte e le istanze evidenziate da Anc”

Comunicato stampa

Cuchel (commercialisti) Modifiche migliorative al calendario fiscale

“Sono state recepite le proposte e le istanze evidenziate da Anc”

 

ROMA – “Se oggi quello che si profila è un calendario fiscale che determina una migliore armonizzazione e semplificazione degli adempimenti ciò si deve essenzialmente al Mef, nella persona del Vice Ministro Maurizio Leo, e alle Commissioni Finanze di Camera e Senato che hanno dimostrato un atteggiamento di apertura e disponibilità nei confronti di Anc, le cui proposte di modifica agli atti del Governo n. 93 e n. 105, attraverso delle proficue interlocuzioni, sono state recepite”.

Lo afferma Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti.

“È singolare che solo adesso che si può concretizzare la possibilità di avere finalmente un calendario fiscale sostenibile – aggiunge Cuchel -, anche il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, che in precedenza aveva pienamente condiviso lo schema previsto inizialmente dal Governo, si ritrovi sulla posizione da sempre sostenuta da Anc”.

“Prendiamo atto di questo cambiamento del nostro Consiglio Nazionale, che ci sorprende favorevolmente, ci auguriamo solo che sulle altre questioni aperte che coinvolgono la categoria – rimarca il numero uno di Anc – ci sia la volontà di costruire prima una reale comunanza di intenti e di priorità”.

“Da subito l’Associazione Nazionale Commercialisti aveva sollevato il problema dell’insostenibilità del calendario fiscale e si era attivata per mettere in campo azioni volte a sensibilizzare il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Commissioni parlamentari di Montecitorio e Palazzo Madama sulla necessità di apportare interventi migliorativi e sull’opportunità di prendere in considerazione le proposte dalla stessa presentate. Dopo un iter parlamentare che dovrebbe essere positivamente in dirittura d’arrivo – conclude Cuchel – sembra delinearsi un calendario fiscale che vede superate le principali criticità che lo rendevano di fatto, così come inizialmente formulato dal Governo, del tutto insostenibile e inattuabile per contribuenti e professionisti”.

Roma, 11 gennaio 2024

 ANC Comunicazione

CS 11.01.2024 – Calendario Fiscale

CS Congiunto 21.12.2023 – PROCEDIMENTO ACCERTATIVO E CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE, ACCOLTE ALCUNE PROPOSTE DELLE ASSOCIAZIONI PER MIGLIORARE IL PROVVEDIMENTO E LA SUA ATTUAZIONE

 COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

 

PROCEDIMENTO ACCERTATIVO E CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE

ACCOLTE ALCUNE PROPOSTE DELLE ASSOCIAZIONI PER MIGLIORARE IL PROVVEDIMENTO E LA SUA ATTUAZIONE

Roma, 21 dicembre 2023

Sull’atto del Governo n. 105 in materia di procedimento accertativo e concordato preventivo biennale, le Associazioni di categoria ADC – ANC – ANDOC –  FIDDOC – UNICO hanno cercato in più occasioni, l’ultima attraverso la conferenza stampa del 19 dicembre scorso, di porre all’attenzione del legislatore le criticità del nuovo concordato preventivo biennale, il cui meccanismo così come delineato dallo schema di decreto del Governo rischia concretamente di vanificarne gli obiettivi.

La Commissione Finanze della Camera ha ritenuto di prendere maggior tempo per esprimersi sul provvedimento e il suo parere, arrivato oggi, accoglie alcune delle proposte che le Associazioni di categoria hanno inteso rappresentare al legislatore, il quale evidentemente ne ha riconosciuto la fondatezza. Tra le proposte che sono state recepite la possibilità di consentire l’accesso al concordato preventivo biennale anche ai soggetti che siano sotto la soglia del punteggio 8, la conferma dell’invio dei modelli ISA al 30 settembre insieme alle dichiarazioni e non più al 20 luglio, la possibilità per i soggetti forfettari di prevedere il biennio 2024/2025 come periodo di sperimentazione del nuovo strumento del concordato.

Un tempo maggiore per approfondire aspetti del provvedimento è stato chiesto anche dalla Commissione Finanze del Senato, il cui parere si auspica che possa tenere conto delle altre proposte che le Associazioni hanno presentato, e permettere così di migliorare ulteriormente il provvedimento e la sua attuazione.

ADC – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNICO Comunicazione

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO 21.12.2023

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ASSOCIAZIONI 19.12.2023

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

CONFERENZA STAMPA ADC NAZIONALE – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNICO

DENUNCIATE LE CRITICITÀ DELLA RIFORMA FISCALE E DEL NUOVO CALENDARIO

Roma, 19 dicembre 2023

Si è tenuta questa mattina alle ore 11.00, presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio a Roma, la conferenza stampa organizzata dalle associazioni nazionali di categoria dei commercialisti ADC NAZIONALE – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNICO sull’attuazione della legge delega fiscale.

Le Associazioni, rappresentate dal Vicepresidente ADC Gianluca Tartaro, dal Presidente ANC Marco Cuchel e dal Vicepresidente ANDOC Fabrizio Salusest, hanno espresso le loro profonde perplessità nei riguardi della riformulazione del calendario fiscale che non tiene in alcuna considerazione il lavoro svolto dai commercialisti e che di fatto si rivela insostenibile. 

La riforma non semplifica gli adempimenti, anzi se da una parte le scadenze legate alle esigenze dell’Amministrazione Finanziaria restano invariate, ulteriori attività gravano invece sul già pesante carico di lavoro in capo ai commercialisti e ai loro studi.

Perplessità altrettanto rilevanti sono state evidenziate dalle Associazioni in relazione all’istituto del concordato preventivo biennale.

Il presupposto fondante di tutta la delega fiscale è la definizione di un nuovo equilibrio nel rapporto Cittadino/Fisco che sia in grado anche di favorire un clima di maggiore fiducia, tuttavia è difficile credere che, così come è stato scritto, questo provvedimento possa giovare alla compliance e quindi all’adesione spontanea agli obblighi fiscali da parte dei contribuenti.

Anche volendo ammettere, solo per un istante, che gli Isa siano effettivamente testimoni dell’affidabilità fiscale dei contribuenti, non è affatto chiaro perché il Governo voglia raggiungere un concordato con coloro i quali giudica contribuenti affidabili. E quel senso di maggiore fiducia fiscale che fine ha fatto? Si otterrebbe qualche risultato solo se l’obiettivo non fosse far emergere l’evasione intercettando i contribuenti poco affidabili, bensì premiare, con uno sconto fiscale, proprio quelli affidabili. Solo in tal caso, infatti, i contribuenti ‘affidabili’ aderirebbero al concordato.

Le Associazioni hanno presentato il loro pacchetto di proposte, tra le principali: l’individuazione di una data fissa per il rilascio da parte dell’Amministrazione Finanziaria degli applicativi, dei modelli, delle circolari e delle istruzioni (il 28/2), e in materia di concordato preventivo un tempo maggiore (40 giorni) per la valutazione della proposta presentata dall’Agenzia delle Entrate, rispetto ai 5 giorni previsti dallo schema di decreto. Un tempo, questo, che è evidentemente inadeguato per la decisione finale da parte del contribuente, anche tenendo conto del fatto che i commercialisti saranno chiamati ad esaminare molteplici proposte e, quindi, l’eventuale analisi di convenienza “dell’offerta” del fisco (e le relative opportune simulazioni sul carico impositivo) richiede tempo e attenta riflessione.

La proposta concordataria, inoltre, certamente non comporta un vero e proprio contraddittorio tra amministrazione fiscale e contribuente, determinando di fatto una sorta di ultimatum.

Sono intervenuti alla conferenza stampa delle Associazioni anche il Vicepresidente di Assosoftware Mario Pedrazzini e il Responsabile Fiscale di Confimi Industria Francesco Zuech, i quali hanno condiviso le preoccupazioni delle Associazioni dei commercialisti nei riguardi del calendario fiscale e di altri aspetti critici della riforma.

I parlamentari intervenuti sono stati l’On. Alberto Luigi Gusmeroli (Lega), il Sen. Antonio Misiani (PD), il Sen. Mario Turco (Movimento 5Stelle) e l’On. Mauro Del Barba (Italia Viva), i quali hanno ritenuto le proposte della categoria pertinenti e meritevoli di ascolto, riconoscendo, di fatto, ai commercialisti la loro competenza sulla materia fisco e la fondatezza e l’utilità delle loro osservazioni.

Le Associazioni, infine, hanno voluto sottolineare come il decreto legislativo che istituisce il Garante nazionale, approvato in fase di esame preliminare il 23 ottobre scorso, tradisca le promesse (come forse un po’ tutta la legge delega) in tema di rafforzamento dello Statuto del Contribuente.

Non ci sarà l’ampliamento dei poteri indispensabile per poter valutare efficacemente su base nazionale (e, come era, anche eventualmente procedere disciplinarmente), la condotta delle Agenzie fiscali nei confronti dei contribuenti. Il nuovo Garante sarà insediato presso la stessa amministrazione su cui dovrebbe vigilare. La disciplina originaria ne assicurava l’indipendenza mediante la nomina da parte del Presidente della Corte di Giustizia Tributaria regionale. D’ora innanzi sarà nominato dallo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze, che peraltro lo ospiterà presso le proprie sedi, dotandolo di strutture e personale sostanzialmente della medesima amministrazione, sulla quale sarà chiamato ad esprimere le sue valutazioni. Insomma, un groviglio di conflitti di interesse laddove occorrerebbero massima indipendenza e trasparenza.

ADC NAZIONALE – ANC – ANDOC – FIDDOC – UNICO Comunicazione

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO Conferenza 19.12.2023

 

Documento congiunto Associazioni_Nuovo calendario fiscale

Position_Paper_Dicembre2023

Confimi Industria 19-12-2023